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Bello vivere in campagna, vero? Avere il proprio orto, il frutteto, abbondanza di erbe aromatiche.. Cogliere tutto al momento e cucinarlo nel pieno del suo sapore, o servirlo a tavola fresco e profumato come nessun ortaggio o frutto che viene da lontano ed è stato a lungo in frigo sarà mai. E trovare uova freschissime, i formaggi,  l’olio ed il vino genuini e prodotti nei dintorni.

podere la Zingherina - Gavorrano GR

In campagna è inoltre possibile poter allevare animali da cortile in modo da rispettare anche i loro bisogni di spazio e nutrimento variegato, dove l’intervento umano si integra con ciò che offre la madre terra. Si, la campagna offre tutto questo anche a chi non fa l’agricoltore e magari cura solo un piccolo orto, acquistando poi ciò che gli serve dalle aziende agricole circostanti.

Ma a noi cittadini, che abbiamo in larga parte perduto il contatto attivo con la natura, che cosa offre il presente? E che cosa prevede il futuro in città per i nostri figli?

Naturalmente ci sono le vacanze, che possiamo decidere di spendere visitando oasi naturali ed agriturismi, poi c’è il turismo enogastronomico, con le visite alle cantine che offrono degustazioni anche di prodotti tipici, oltre alle fattorie didattiche, in cui passare week-end fuori porta avendo un contatto diretto con animali, colture e piante autoctone. Mentre per gli acquisti di prodotti biologici – budget permettendo – quasi in ogni quartiere cittadino troviamo negozi specializzati e reparti appositi nei grandi supermercati. Ma ci basta davvero? A quanto pare no.

Verso la campagna, via dalle città. O almeno da alcune.

Soprattutto nelle civiltà che si sono industrializzate per prime, in questi anni si è visto un ritorno alla campagna, sia pure come sola residenza, soprattutto da parte dei giovani. Il motivo ricorrente è la cattiva qualità della vita nelle grandi città: trafficate, inquinate, rumorose e dispersive per i lunghi tempi necessari agli spostamenti anche dove i mezzi pubblici sono efficienti, proprio in virtù delle crescenti dimensioni degli agglomerati urbani.

Le città infatti si popolano molto più rapidamente di quanto non si adattino i servizi, le strutture, le strade e gli spazi verdi, alle necessità della popolazione in aumento. La conseguenza è un tenore di vita teso a frustrare costantemente i nostri bisogni di base, nel rapporto con la natura.

Voglia di “verde” portami via! Anche in città.

Eppure non serve per forza trasferirsi, se ripensiamo ad agglomerati urbani più verdi ed a misura d’uomo, ormai ci sono splendidi progetti già in opera ed in progettazione da cui trarre esempio. Questo è il futuro, l’unico sostenibile almeno, per via dei dati che riporto più avanti, ma c’è un altro aspetto che vorrei segnalare brevemente, ovvero il benessere psicofisico degli umani, quando stanno più spesso a contatto con la natura.

Che il rapporto col verde sia attivo (faccio l’orto/giardino in terrazza) oppure passivo (mi godo la vista dei balconi fioriti e dei parchi), esso ci riporta puntualmente verso pensieri e ritmi meno stressanti, rivitalizza la parte buona dentro di noi e stimola sia al relax come all’attività fisica, sportiva e ludica. Non mi pare poco.

Benessere e contatto con il verde

Orti cittadini per hobby ma anche per piccoli business.

L’agricoltura urbana nasce quindi prevalentemente dal basso e soddisfa un bisogno sia salutare che economico, di produrre ortaggi biologici secondo le proprie necessità ed a costi sostenibili.

orti urbani

C’è chi la pratica per puro hobby, ma anche chi l’ha trasformata in un business, come nel caso di Poket City (Sidney – Australia), dove un team di esperti in permacultura ed architettura del verde, ha avviato nel 2016 insieme ad alcuni giovani una vera e propria azienda agricola che accomuna e gestisce i vari singoli orti ai sobborghi della città. Qui è presente anche un emporio dove i cittadini acquistano ortaggi ed erbe aromatiche sempre freschi.
Notevole anche il progetto francese di Agrocité aperto a tutti i residenti che volessero dare il loro apporto, che per brevità non approfondisco qui (ma ai curiosi di dettagli lascio il link a questo articolo su “architetturasostenibile”).

I Paesi in cui le città cresceranno a dismisura.

Se nella vecchia Europa ed in Nord America i giovani scoprono il ritorno alla campagna, nei Paesi emergenti le proiezioni sull’aumento demografico e sugli insediamenti urbani sono impressionanti e fanno riflettere circa le misure che si renderanno necessarie per la loro sostenibilità.

Uno studio delle Nazioni Unite afferma che già nel 2030 il 70% della popolazione mondiale vivrà in gigantesche megalopoli. Un dato su tutti: per quell’anno si prevede che la sola città di Tokyo avrà un numero di abitanti superiore a quello di 195 Paesi.

crescita delle città nel mondo

Bisogna quindi che si pensi adesso alla quantità di cibo che sarà in futuro necessaria per sfamare la popolazione cittadina, nonché all’impatto ambientale dato dallo smaltimento dei rifiuti e dal fabbisogno energetico. Abbiamo già le informazioni e le competenze necessarie, gli studi e gli esempi ci sono.

Gli orti urbani come risorsa di cibo e per la salvaguardia dell’ambiente.

Fra i recenti studi al riguardo e riportati dalla stampa specializzata, è da segnalare quello del gennaio 2018 svolto dall’Arizona State University e pubblicato sulla rivista Earth’s Future dove oltre ai benefici ambientali, si afferma che “l’agricoltura urbana potrebbe produrre fino a 180 milioni di tonnellate di cibo all’anno, pari circa al 10% della produzione globale di legumi, radici e tuberi e colture orticole“.

Non risolve la domanda di cibo globale, ma certamente ne soddisfa una percentuale interessante, che probabilmente potrà ancora crescere, insieme alle future competenze su come rendere l’agricoltura urbana sempre più sostenibile e produttiva.

La progettazione degli orti in terrazza

Sarà una delle competenze da acquisire, in modo strutturato, per professionisti della costruzione e dell’arredo, che operano in città e semplificato per i privati che, sin da ora, vogliano dare il proprio contributo al verde urbano.

Di chiacchiere sull’argomento ne ho fatte abbastanza direi, ma se ancora non vi bastano, i link sopra citati comprendono pagine e pagine di approfondimenti (per non parlare del resto che si trova su Google!), che se siete fissati come me sulla materia, 😀 vi sciropperete volentieri.

Chiudo in bellezza con un video davvero ben fatto (è in inglese ma le immagini parlano da sole) sulle 10 eco-città da prendere come esempio per il resto del pianeta e vado a piantare un altro semino, ovviamente 🙂

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